17 e 18 maggio 2014 a Villnovafranca fra Monumenti Aperti e la XV^ Sagra della Mandorla.
Villanovafranca è un piccolo paese adagiato sulle colline dell’alta Marmilla e vanta nel suo territorio la presenza di numerosi siti archeologici. Il paesaggio offre un panorama sempre diverso per le varie specie di alberi, le diverse colture e la vegetazione spontanea. Di particolare pregio è il Civico Museo Archeologico Su Mulinu, che conserva ed espone i reperti provenienti dal vicino complesso nuragico omonimo.

Informazioni turistiche e curiosità su Villanovafranca
Le origini e il toponimo di Villanovafranca non sono di facile interpretazione, il territorio risulta abitato sin da tempi remoti, come testimoniano i siti nuragici, punici e romani, ma l’origine del primitivo villaggio è collocabile in epoca medievale. Le notizie degli storici fanno risalire l’origine di Villanovafranca al XIII secolo, il più antico documento nel quale compare il paese risale infatti al 1219. Per la mancanza di fonti, tuttavia, non si sa con certezza se la villa sia nata all’atto dell’attribuzione delle concessioni o se sia sorta in funzione rurale come tutte le altre “Villanovae” sarde e abbia completato il suo nominativo con l’aggiunta del termine “Franca” nel momento in cui ricevette i benefici. In seguito alla caduta del giudicato di Arborea, avvenuta nel marzo 1410, il territorio passò agli Aragonesi e nel 1541 Villanovafranca fu incorporata nella baronia di Las Plassas. Intorno alla seconda metà del XVII secolo sembra che la villa fosse particolarmente fiorente, grazie anche all’attività dei religiosi dell’ordine dei Paolotti. Successivamente, il paese divenne feudo degli Zapata sino a conquistare l’indipendenza nel 1839. La festa di Sant’Isidoro è un importante appuntamento per gli abitanti di Villanovafranca. Secondo l’agiografia della Chiesa il Santo patrono dei contadini era anch’egli un contadino ed era quindi consapevole, più di qualsiasi altro santo, dei problemi legati al lavoro dei campi. I contadini si recavano alla processione, portando i loro animali vestiti a festa, i carri con i buoi, i cavalli e i muli venivano coperti con tappeti lavorati a mano. Gli animali portavano al collo le tradizionali “gutturadasa”, una sorta di girocollo ricamato a mano, in lana di diversi colori, che veniva usato solo nei giorni di festa. Oggi, i carri trainati dagli animali sono stati sostituiti dai trattori, anch’essi adornati di fiori e ricoperti con i tradizionali tappeti. Villanovafranca è un piccolo paese situato nella Sardegna centro meridionale, a un’altitudine di 260 metri slm. E’ adagiato in una posizione dominante sulle caratteristiche colline dell’alta Marmilla, al confine con la Trexenta e vanta nel suo territorio la presenza di numerosi insediamenti e siti archeologici prevalentemente riferibili ai periodi proto nuragico e nuragico. Il più importante di questi è sicuramente il nuraghe Su mulinu. Il panorama è piuttosto vario per l’aspetto collinoso, per la presenza di diversi tipi di alberi, per le varie colture e per la vegetazione spontanea. Il territorio comunale comprende anche una piccola parte del bacino alluvionale di Flumini Mannu. L’economia del paese è prettamente di carattere agro-pastorale, particolarmente importanti le produzioni di grano duro e le colture dell’ulivo, della vite, del mandorlo e dello zafferano.
Villanovafranca – I Monumenti
Altare Nuragico
Verso la fine del X secolo a.C. (età del bronzo Finale) il nuraghe Su Mulinu smette di essere utilizzato come fortezza per diventare un diventare un luogo di culto. Verosimile a partire dall’VIII secolo a.C. (prima età del Ferro) un grande altarevasca che riproduce il bastione e una torre del nuraghe Su Mulinu venne posizionato all’interno del Vano e. Il rito prevedeva che sulla sommità della torre dell’altare si ponessero dei liquidi che, attraverso un apposito canale, venivano fatti scorrere all’interno della vasca. Tre impugnature di spade scolpite in rilievo (quattro in origine), sostenevano altrettante lame in bronzo.
Chiesa di San Lorenzo
La chiesa di San Lorenzo è l’edificio religioso più importante presente nell’abitato di Villanovafranca. La facciata tripartita è rivestita semplicemente da intonaci color crema. Ha un impianto a croce latina con navata unica, con quattro cappelle laterali dedicate a San Giuseppe, alla Madonna della Salute, a Santa Vitalia e al Sacro Cuore. L’interno si presenta in stile tardo-rinascimentale, sottolineato dall’utilizzo di elementi classici come lesene, capitelli corinzi, decorazioni fitomorfe a rosetta. Nei bracci del transetto vi sono gli altari dedicati a San Lorenzo e alla madonna del Rosario. Il primo impianto della chiesa risale al 1591 come attesta il concio centrale della volta gotico-aragonese che riporta anche l’effige del santo; al 1773 si deve far risalire l’ampliamento voluto dal rettore F. Senis. Di particolare importanza l’arredo marmoreo del 1789, opera dell’artista G.B. Spazzi, che consta dell’altare, della balaustra, del pulpito e del fonte battesimale. Nel transetto sono presenti l’organo del XIX sec., ampiamente rimaneggiato, e la tela attribuita a G. Altomonte, raffigurante la Vergine, santi e Anime del Purgatorio. Nell’Abside si trova il coro ligneo perfettamente conservato ed il pezzo più antico della chiesa: la campana bronzea recante la scritta “S.Laurentii ora pro nobis A.D. MCCXX” con la raffigurazione del Santo e del Crocifisso. Attigua all’abside è la sacrestia con volta affrescata (XIX sec.), con lavabo marmoreo del 1705 e con un tipico armadio-confessionale.
Fortezza nuragica Su Mulinu
Il complesso nuragico di Su Mulinu sorge nelle immediate vicinanze del moderno abitato di Villanovafranca. La fortezza, costruita con massi calcarei e di arenaria, documenta la presenza di diverse tecniche e fasi costruttive che portano alla realizzazione dell’attuale bastione trilobato e della cinta antemurale con torri e cortine munite di feritoie. Lo scavo archeologico, tutt’ora in corso, ha inoltre evidenziato una eccezionale funzione templare del monumento, testimoniata dal rinvenimento di uno straordinario altare-vasca modellato in forma di nuraghe. Per l’altare, realizzato in arenaria tufacea mediante la sovrapposizione di tre distinti elementi, si propone una datazione al IX-VII secolo a.C. L’uso del nuraghe e del vasto insediamento circostante, ebbe verosimilmente inizio a partire dalla metà del II millennio a.C. (XVI-XV a.C.), perdurando, con alterne vicende, sino all’età Alto Giudicale (XI secolo d.C.).
Chiesa di San Francesco da Paola
La chiesa di San Francesco da Paola fino al 1910, era dedicata in realtà al culto della Santa Caterina Martire e Vergine. Questa notizia permette, attraverso i Libri della Parrocchia del Paese, e i “Libri dei Defunti” custoditi nella curia di Oristano di ipotizzare che la chiesa esistesse già attorno alla metà del XVII solo. Nel 1670 del Libro dei Defunti, si parla della chiesa di Santa Caterina Martire riguardo ad un lascito testamentario dove il Reverendo Mijuel Bernardo aveva espressamente richiesto di lasciare una certa quantità di grano alla chiesa. Nel 1801, Monsignor Francesco Maria Sisterne vi si recò in visita pastorale. Egli riportò notizie interessanti sulla presenza dei Padri Minimi che risiedevano nello Hospicio, e su alcune statue di Santa Caterina e di San Francesco da Paola. Ne consegue che allora erano presenti nell’edificio le due opere lignee probabilmente di fattura catalana. Poiché già dal 1787 i Padri Minimi di San Francesco da Paola avevano l’uso della chiesa intorno al 1907 si cambiò il nome della chiesa passando dal culto della Santa a quello di san Francesco da Paola. Della chiesa antica si è salvata la statua di santa Caterina, attualmente custodita al suo interno. La chiesa di san Francesco si presenta oggi con un impianto planimetrico ad aula coperta da un solaio ligneo su archi diaframma, con presbiterio a pianta quadrata. All’esterno la fabbrica si presenta molto povera, con murature di pietrame calcareo a vista in tutti i lati tranne nella facciata che è invece intonacata. Questa è arricchita da un portone archivoltato con conci di pietra calcarea lavorata a bugnato. Della stessa pietra lavorata è la cornice di coronamento ingentilita da un andamento sinuoso e da terminazioni a ricciolo di gusto barocco. Per quanto riguarda l’interno, purtroppo un intervento di restauro- ricostruzione avvenuto nell’arco degli ultimi 30 anni, dopo che la chiesa era rimasta in totale abbandono per luogo tempo, ha modificato gli archi diaframma interni e una seria di elementi vari impoverendo nel complesso la struttura.
Chiesa di San Sebastiano
La piccola chiesa di San Sebastiano sorge nel centro di Villanovafranca, nell’odierna via xx Settembre. Le sue origini risalgono al XVII secolo circa, anche se non si hanno notizie precise al riguardo. È antica la devozione al Santo come attesta una delle gemme pendule della “Capilla Major” di San Lorenzo dove è raffigurato il Santo. La sua ubicazione centrale fa pensare che forse, anticamente, il paese si sviluppa limitrofo al luogo di culto, mentre la chiesa di San Lorenzo doveva risultare un po’ periferica. La sua facciata è adornata da un portale d’ingresso classicheggiante in pietra calcarea, risalente al XVII secolo, avente ai lati due colonne con capitelli corinzi e un timpano spezzato che sovrasta l’architrave con nicchia a conchiglia e cariatidi laterali. La pianta è a croce latina, al suo interno vi è una sola navata con transetto, nel quale si trovano due altari lignei con statue, dedicati a Santa Lucia e all’Immacolata Concezione. L’altare maggiore, con gradini in espansione verso l’alto, è ligneo e di manifattura locale, con una nicchia centrale ospitante la statua del santo, con due colonne scanalate laterali, e una cimasa con una cartella in cui sono effigiati gli emblemi del santo. La statua lignea è alta 120 cm. e rappresenta un giovane dal volto idealizzato, di autore sconosciuto ma sicuramente locale, è databile al XVIII secolo. Altro particolare interessante dall’altare è il piccolo tabernacolo che si presenta come una struttura architettonica semi-ottagonale in legno intagliato e dipinto. Al centro è posto lo sportello dipinto con serrature cruciforme in argento, anche questo risalente al XVIII secolo. Interessanti sono il piccolo organo posto nel braccio destro del transetto, del XIX secolo, e l’alzata di mobile con cassettiera in legno intagliato di pregevole fattura, conservata nella sacrestia vecchia ascrivibile al XVII-XVIII secolo.
Museo Su Mulinu
Inaugurato nel 2002 per valorizzare i reperti provenienti dai numerosi siti archeologici del territorio comunale, il Museo è ospitato nei ristrutturati locali dell’ex Monte Granitico, suggestivo stabile della metà dell’ottocento ubicato nella centralissima piazza Risorgimento (Fronte Municipio). Compresi entro un arco cronologico che dall’età Preistorica arriva a quella Alto Medievale (dal III millennio a.C. al VII secolo d.C.), i reperti sono suddivisi in due sezioni principali che illustrano, rispettivamente, sia l’antica e densa occupazione del territorio, sia lo scavo della fortezza nuragica di Su Mulinu, unico sito del territorio attualmente oggetto di indagine scientifica. Una terza sezione, destinata ai non vedenti, consta di un ripiano tattile con le copie dei più significativi materiali esposti, da un plastico ricostruito e da un tabellone in “braille” contenete esaustivi cenni sulla fortezza nuragica. L’Altare Nuragico Verso la fine del X secolo a.C. (età del bronzo Finale) il nuraghe Su Mulinu smette di essere utilizzato come fortezza per diventare un luogo di culto. Verosimile a partire dall’VIII secolo a.C. (prima età del Ferro) un grande altare-vasca che riproduce il bastione e una torre del nuraghe Su Mulinu venne posizionato all’interno del Vano. Il rito prevedeva che sulla sommità della torre dell’altare si ponessero dei liquidi che, attraverso un apposito canale, venivano fatti confluire all’interno della vasca. Presenta tre impugnature di spade scolpite in rilievo con varie tracce di inserti in bronzo.
Per maggiori informazioni sull’Evento “Monumenti Aperti” visitate il Sito:
www.monumentiaperti.com
XV^ Sagra della Mandorla Villanovafranca 18 maggio 2014
PROGRAMMA
ore 9,30
Apertura degli stand espositivi nel centro storico del paese. Visita gratuita ai Beni Culturali.
ore 10,00
Gara di tiro al bersaglio con armi depotenziate (pistola e fucile) con premiazione finale, organizzato dall’associazione UCS.
ore 11,00
Convegno su “Sa Die De Sa Sardigna” coordinato dal Dott. Orrù Giuseppe
ore 12,30
Pranzo nel centro storico del paese (Menù: Malloreddus alla Campidanese, arrosto di vitello, patate alla schiscionera e piselli, formaggio, vino, pane e acqua) € 10,00 adulti € 5,00 bambini fino ai 10 anni. Per prenotazioni chiamare i numeri: 3313656059 • 3482434268 Pro Loco entro e non oltre venerdì 16/5/2014
ore 15,00
Spettacolo per bambini con il gruppo Cicco & Ciocca
ore 16,00
Degustazione gelato alla Mandorla
ore 17,30
Concerto dell’Ass. Fueddu e Gestu dal titolo “Canzoni Nuraxi” presso Civico Museo Archeologico Su Mulinu
ore 18,30
Spettacolo musicale con il gruppo Juke Box
Durante la serata musicale l’Associazione Culturale Cormorano preparerà panini con salsiccia wurstel e cipolla
ore 22,00
Chiusura sagra
Il Comune e la Pro Loco ringraziano per la collaborazione i Volontari, gli espositori, la protezione civile, il Coccio Soc. Coop Villanovafranca e tutti i partecipanti alla manifestazione.
Chiesa di San Sebastiano
Visita la Mappa
La piccola chiesa di San Sebastiano sorge nel centro di Villanovafranca, nell’odierna via xx Settembre. Le sue origini risalgono al XVII secolo circa, anche se non si hanno notizie precise al riguardo. È antica la devozione al Santo come attesta una delle gemme pendule della “Capilla Major” di San Lorenzo dove è raffigurato il Santo. La sua ubicazione centrale fa pensare che forse, anticamente, il paese si sviluppa limitrofo al luogo di culto, mentre la chiesa di San Lorenzo doveva risultare un po’ periferica. La sua facciata è adornata da un portale d’ingresso classicheggiante in pietra calcarea, risalente al XVII secolo, avente ai lati due colonne con capitelli corinzi e un timpano spezzato che sovrasta l’architrave con nicchia a conchiglia e cariatidi laterali. La pianta è a croce latina, al suo interno vi è una sola navata con transetto, nel quale si trovano due altari lignei con statue, dedicati a Santa Lucia e all’Immacolata Concezione. L’altare maggiore, con gradini in espansione verso l’alto, è ligneo e di manifattura locale, con una nicchia centrale ospitante la statua del santo, con due colonne scanalate laterali, e una cimasa con una cartella in cui sono effigiati gli emblemi del santo. La statua lignea è alta 120 cm. e rappresenta un giovane dal volto idealizzato, di autore sconosciuto ma sicuramente locale, è databile al XVIII secolo. Altro particolare interessante dall’altare è il piccolo tabernacolo che si presenta come una struttura architettonica semi-ottagonale in legno intagliato e dipinto. Al centro è posto lo sportello dipinto con serrature cruciforme in argento, anche questo risalente al XVIII secolo. Interessanti sono il piccolo organo posto nel braccio destro del transetto, del XIX secolo, e l’alzata di mobile con cassettiera in legno intagliato di pregevole fattura, conservata nella sacrestia vecchia ascrivibile al XVII-XVIII secolo.
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