Perché in Sardegna non crediamo nell’acquacoltura? Per le maggiori potenze economiche è già un settore strategico.
“Da tempo l’agroalimentare è indicato dagli analisti internazionali il business del prossimo secolo con l’acquacoltura settore di maggiore prospettiva. Indici seguiti anche dai ricchi Arabi e Russi ma non dalla nostra politica che continua a trascurare il settore”.
A parlare è Mauro Manca, responsabile regionale di Coldiretti impresa pesca: “con un mare iper sfruttato (la CE indica l’82% specie ittiche del mediterraneo a rischio estinzione) la richiesta di proteine nobili ittiche, in continua crescita nonostante la crisi, potrà essere soddisfatta dall’Acquacoltura”.
“In Sardegna – spiega – abbiamo le condizioni e le competenze per rispondere a questa richiesta. Come Coldiretti ripetiamo da mesi, inascoltati, che con un piano di sviluppo dell’Acquacoltura sarda (abbiamo avannotteria e mangimifici) riusciremmo a completare la filiera liberandoci dai lacci di poche aziende della Penisola”.
Purtroppo però, secondo il responsabile regionale Coldiretti Impresa pesca, “nella nostra isola ci si scontra con una burocrazia farraginosa che si dimostra inadeguata a governare la crescita del comparto. Manca una classe politica che sappia assumere decisioni forti e individuare priorità ed obiettivi in un settore dalle potenzialità enormi dal punto di vista economico ed occupazionale”.
“In queste condizioni non siamo in grado di crescere. Viviamo situazioni che sfiorano il ridicolo. Un’azienda ha dovuto rispondere picche ad un gruppo Russo che voleva comprare tutta la sua produzione (30 tonnellate al mese di Orate e Spigole, per un valore di 300.000 euro/mese) ed era disposto addirittura ad anticipare i denari per raddoppiarla entro l’anno successivo. Impossibile realizzare questo intervento in tempi cosi ristretti. Da noi le lungaggini burocratiche non rispondono ai tempi dell’impresa”.
Per questo Mauro Manca si rivolge al presidente della Giunta regionale, all’assessore regionale all’Agricoltura, al presidente della commissione Agricoltura e al presidente della Sfirs per chiedere maggiore attenzione al comparto: “in pochi anni si potrebbe creare reddito e occupazione senza bisogno di misure assistenziali – sostiene -. Occorre cominciare da un “Contratto di Filiera” costruito fra imprenditori, Istituzioni Regionali, banche e Associazioni di categoria. Nel resto del mondo ed in particolare in Europa è già considerato il settore trainante dell’economia del mare”.