Coldiretti Sardegna: “La coltivazione dei frutti di bosco nel centro dell’isola protrebbe dare origine ad un mercato potenziale di 14milioni di euro”.
Nel centro Sardegna terra e clima adatto per la produzione
La coltivazione dei frutti di bosco è un mondo quasi tutto da scoprire per la Sardegna. Eccetto rari casi, nell’isola la produzione è praticamente assente, anche se il clima e la terra di vaste zone del territorio regionale, sopratutto nelle zone interne, si prestano alla sua coltivazione.
“Ogni anno in Sardegna si spendono 14milioni di euro per acquistare i frutti di bosco – rivela Vittorio Cadau, florovivaista di Olmedo, nonché presidente di Uecoop Sardegna -. Il fabbisogno del mercato italiano è coperto solo in piccola parte, mentre il 70% circa della produzione arriva dell’Europa settentrionale, Spagna, Stati Uniti e Sud America”.
I frutti di bosco che consumiamo (lampone, mirtillo, ribes, mora) li utilizziamo oltre che per il consumo fresco anche nei laboratori di pasticceria, gelateria e ristoranti.
“Si compra – continua Cadau – sia il surgelato (intorno al 70%) che il fresco in ATM (intorno al 30%). Nella GDO costano 7,76 euro il primo, 28 il secondo. Il consumo medio pro capite nel periodo estivo è pari a 0,64 Kg.
“Il mercato dei frutti di bosco (lampone, mirtillo, ribes, mora) è un settore in continua crescita negli ultimi anni – commenta ancora il presidente di Uecoop – e nella nostra regione ci potrebbero essere grosse potenzialità di coltivazione soprattutto nelle zone boschive del centro, grazie alle favorevoli condizioni climatiche. La produzione si ha a partire più o meno dal terzo anno e arriva in piena produzione tra il sesto e il nono anno”.
“Sono coltivazioni che vanno incentivate – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – perchè abbiamo la terra ed il clima idoneo ed un mercato fertile in continua espansione. Nella logica della nuova agricoltura multifunzionale – spiega Battista Cualbu – questi sono i prodotti che vanno inseriti nelle nostre aziende che in molti casi non richiedono neppure alti investimenti ma rappresentano anzi un importante integrazione al reddito. Senza dimenticare – conclude – che assicuriamo ai consumatori un prodotto sano e sicuro oltre a tagliare migliaia di km di trasporto con enormi benefici all’ambiente”.
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