“Tonara! Torrone e campanacci!” di Massimiliano Rosa.
“Tonara! Torrone e campanacci!”
Il sapere del torrone e’ un arte antica per Tonara ma non troppo come quella di forgiare i campani per le greggi…
Ne parla Peppinu Mereu attorno al 1890, nella poesia a Tonara :
E in S’ambulante tonaresu…
….
Pro turrones famada
In sardigna in sas primas fieras
Faghes fronte a Pattada.
Cando moves
A festas furisteras
Andas accumpagnada
Dae sas fentomadas caffetteras
Chi totta nott’in pe’
Dispensant a sos festanantes su caffè….
….
Ma non ne parla il Casalis e il suo collaboratore sardo Vittorio Angius, nel 1850, quando nel dizionario storico statistico e geografico narrano di Tonara :
I tonaresi producono filati per tessuti, lana, pelli, cuoio, cera, candele, miele, castagne, nocciole, noci, tappeti, ferro battuto, carri, campani per le greggi, formaggi da smerciare, oggetti in legno, cassapanche, utensili, assi, doghe, travi, travicelli, legna da ardere, mobili …
Ma del torrone non c’è menzione.
Probabilmente quest arte e’ arrivata a Tonara attorno al 1870-80 quando fu costruita la linea ferroviaria a scartamento ridotto che collego’ Tonara al capoluogo regionale Cagliari e furono costruiti i viadotti di Su Samucu e Istinnigoria e la stazione di Monte Corte.
Probabilmente la ricetta ebbe origine spagnola o piemontese.
Le tonaresi quando a s’antigu facevano il torrone cantavano a muttos :
E i Como mi ddos fatzo … turrones de licantes …
Alludendo con la parola licantes all’origine spagnola iberica di Alicante, città dove si produce il torrone spagnolo, o al termine leccornia, oggi licania.
I primi atti di fondazione delle fabbriche torronaie hanno data 1880 1890: ossia quel decennio.
Periodo quello nel quale a Tonara si avvia la produzione del carbone vegetale, con le fogagias, ammassi di legno coperti di terra, che bruciando producevano carbone, dei tappeti elaborati sui telai orizzontali e verticali per produrre fressadas e fanugas cortzas e ammantas, gabbanos e filati di abratze e furesi.
E si comincia a produrre calce viva, tegole e mattoni per le case sacrificando i conci di calcare dei Toni e il basamento del nuraghe di Su Nuratze.
….
I sonaggios o sonaggias o pittiolos invece, grande arte fondiaria ancora oggi tramandata a Tonara da padre in figlio, perde la sua origine nella notte dei tempi:
abilità antica quella di avere imparato a miscelare i metalli a forgiarli accordarli e cuocerli nel crogiolo col fuoco, per dare suono alle greggi e oggi alle maschere danzanti dei paesi barbaricini.
Un’altra arte antica che i tonaresi hanno mantenuto e’ la grande maestria e abilità nel lavorare il legname : trasformandolo in qualsiasi cosa.
Mentre … ahimè
tristemente
hanno dimenticato
come coltivare correttamente le castagne e metterle a dimora salvandole dal cancro, hanno scordato come conciare le pelli e il cuoio per i quali erano rinomati artigiani e mastri pellai; non producono più il ferro battuto che lavoravano alacremente, ne i carri di legno “carrattones” che servivano ai suoi figli per spostarsi tra le impervie montagne della Barbagia.
Oggi ci sono le autovetture e anche il cavallo non serve più.
C’est la vie.
Massimiliano Rosa
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