Servitù Militari in Sardegna: non saranno solo gli Americani a bombardare le nostre terre.
La Maddalena, Quirra, Perdas de Fogu, questi sono solo alcuni dei nomi, i più conosciuti, dove le servitù militari americane hanno causato non poche polemiche riguardanti l’inquinamento del territorio circostante, mettendo a rischio continuamente la salute dei nostri allevamenti e delle nostre coltivazioni.
In particolare il poligono del Salto di Quirra in questi giorni è tornato alla ribalta a causa delle contestazioni in merito alle indagini sulla radioattività del suolo causato dalle armi sparate durante le esercitazioni. Il tutto nasce per misteriose nascite di animali con alterazioni genetiche e deformazioni varie. Ci sono state numerose indagini, ci sono state restrizioni sul consumo dei prodotti locali, le aziende operanti nei dintorni di queste servitù a causa dei blocchi imposti, sono state gravemente danneggiate.
Ci sono in atto, da numerosi mesi, interpellanze parlamentari per la dismissione totale dei poligoni, e l’annullamento delle servitù militari in Sardegna, poiché i compensi dovuti per “il noleggio” del nostro territorio ad uso militare, sono talmente esigui da essere praticamente invisibili in confronto al danno ecologico e di immagine che la Sardegna sta subendo e subisce da decenni a causa di questo.
A Giugno di quest’anno si è tenuta a Roma la “Seconda Conferenza Nazionale sulle Servitù Militari” a distanza di oltre 30 anni dalla conferenza del 1981. La Sardegna si è presentata dinnanzi allo stato Italiano con le braghe calate, in totale subordinazione al “governo amico”, quello stesso governo che ha ribadito più volte che le servitù militari in Sardegna non si possono né discutere né tanto meno eliminare.
L’assessore Erriu tergiversa sulla questione servitù, e non stupisce la posizione poco chiara sulla dismissione e la riconversione delle stesse, parlando vagamente di “avvio di processi di riduzione dei Poligoni”, gettando fumo negli occhi alla popolazione sarda, esattamente come vuole il Partito degli Interessi Militari Italiani. Erriu parla di “tutela ambientale e salvaguardia della salute” forse dimenticando che le attività belliche di bombardamento costante che subiscono i poligoni sardi sono evidentemente incompatibili con qualsiasi volontà di tutela ambientale e tralasciando le risultanze epidemiologiche e le evidenze scientifiche che indicano una correlazione stretta tra alcuni tipi di tumore, leucemie e malformazioni con sostanze quali le nanopolveri di metalli pesanti e radioattivi prodotte dalle esplosioni e dalle attività belliche.
Quindi non ci scandalizza sapere che Dal 21 settembre prossimo l’aviazione di Israele si addestrerà in Sardegna. In base agli accordi stilati con la Regione da quel giorno in poi anche i piloti da guerra di Tel Aviv, che in queste settimane stanno bombardando la Striscia di Gaza, prenderanno parte a un “tour de force” di esercitazioni e sperimentazioni belliche. Le attività, già pianificate e riportate nel “Programma per il secondo semestre 2014″ stilato dal ministero della Difesa, non riguarderanno solo Israele ma anche altri Paesi alleati all’Italia nello scacchiere geopolitico mondiale. In determinate aree dell’isola verranno sganciati missili e bombe sia da terra, che dal cielo che da navi militari. Ecco cosa verrà sparato durante le campagne coordinate con Stati alleati e nelle giornate in cui sventolerà solo il tricolore italiano. QUIRRA: si parte subito con lancio di missili Aster 30 da terra, che per settimane voleranno affiancati dagli Stinger e monitorati col sistema Skyguard. Gli stessi militari definiscono “hot”, calda, questa attività che a ottobre verrà incrementata con i lanci di razzi “Spada”. C’è tutta la tecnologia degli armamenti più avanzata, a capo San Lorenzo, ma anche una “ordinaria” azione di bombardamento dagli elicotteri.
Il documento riporta novità anche risalenti all’anno scorso, quando tutte le esercitazioni sembravano essere state annullate. Sotto i nomi Boeing 767, Waltar e la tedesca Ewitr sono andate in scena invece delle guerre elettroniche simulate. TEULADA Per capire che succederà nel poligono del Sulcis basta leggere il sommario, senza addentrarsi nel calendario. Sono previsti: sgancio di bombe da aereo, tiri contro costa (dalle navi verso terra), scuola di tiro missili Tow, Panzerfaust e Milan (al centro delle polemiche, questi, perché armati con testate al torio) ma anche esercitazioni a fuoco di carri armati e di fucilieri. E per avere un’idea di cosa significhi questo programma basta leggere cosa è stato usato l’anno scorso e rendicontato quest’anno. Un lungo elenco che comprende, tra gli altri ordigni, razzi Minolux, Medusa e Faar, proiettili di tutti i calibri, bombe a mano e, per fare scena, anche “artifizi fumogeni”. CAPO FRASCA: Sulla costa occidentale voleranno anche gli aerei dell’Iaf, l’aeronautica militare israeliana, e faranno parte dei caccia e velivoli che scaricheranno “artifici” da 6 chili a una tonnellata. Voleranno anche Tornado, Amx, Mirage, F16 e altri caccia di varie nazioni alleate dell’Italia. Tutti, assicurano dall’Aeronautica, sganceranno “inerti”, ma saranno continue le esercitazioni con razzi da 2 pollici e i colpi con i “cannoncini di bordo”. MACOMER: Quello di S’Ena Ruggia viene definito “poligono occasionale” e, a leggere il programma, se confrontato con quello che succede in contemporanea dalle altre parti, ci si tranquillizza: la Brigata Sassari userà solo armi individuali e bombe a mano per “soli” dodici giorni al mese.
Questo è quello che riporta la Regione Sardegna di un articolo dell’Unione Sarda di pochi giorni fa.
Ecco quindi che la nostra terra diventa la spazzatura radioattiva delle esercitazioni militari da tutto il mondo, mentre i nostri soldati si limitano a lanciare piccole bombe a mano. Dove stanno gli interessi dell’Italia? Della Sardegna? Dove stanno invece gli interessi delle multinazionali delle armi? Delle nazioni alleate che “sporcano” casa nostra invece di insozzare i loro raccolti e i loro allevamenti? Dove sta la continua, costante fregatura di essere un isola considerata meno di zero poiché avendo in tutta la Regione meno abitanti della città di Palermo, logorati da anni di corruzione, appalti truccati, finanziamenti pubblici nazionali ed europei mai approdati sull’isola ma fatti “sparire” da imprenditori del continente, è considerata la discarica a cielo aperto della Nazione, terra di conquista, dove tutti possono fare pratica e venire a rubare la nostra terra, la nostra identità, le nostre tradizioni, il nostro turismo e la nostra vita.
Siamo considerati una terra meravigliosa, con paesaggi unici al mondo, passiamo dal mare cristallino alle gole di montagna mozzafiato, passiamo dalle miniere dal sapore antico, alle costruzioni Nuragiche, uniche nella loro specie. Siamo vantati da tutti, ma tutti, coloro che della Sardegna non fanno parte, chiunque venga da noi si innamora di quest’Isola e la conserva nel proprio cuore riservandole un posticino speciale, i nostri ragazzi devono fare violenza su se stessi per convincersi che non esiste altra soluzione per sopravvivere ed avere un futuro per se stessi, per potersi creare una famiglia ed avere un lavoro, anche umile, ma degno di questo nome, di dover andar via, all’estero in altre nazioni, lasciando qui coloro che non accettano di essere costretti alla sopravvivenza quando si vive in una terra ricca di ogni bene come la Sardegna, una terra che può bastare a se stessa (come dice il nostro motto), una terra che non ha e non deve aver bisogno delle servitù militari, che non ha e non deve aver bisogno delle servitù energetiche, vedi Galsi, che non ha bisogno di “condottieri” venuti dal nord che si spacciano per Santoni, Guru dell’imprenditoria che vogliono insegnarci come si fanno gli affari, non abbiamo bisogno di cementificatori folli che vogliono distruggere la bellezza della nostra terra SOLO per farsi ricchi e non lasciare nulla qui se non mondezza e spesso rifiuti tossici.
Una volta, all’epoca dei nuraghi, eravamo un popolo forte e sicuro di se, che dettava regole, che difendeva le proprie coste, che imponeva i propri prezzi nell’economia del Mediterraneo, ed eravamo noi i padroni di questo enorme lago salato che unisce tre mega continenti, cosa ci è accaduto? Abbiamo perso la stima di noi stessi? Abbiamo lasciato che le menzogne di coloro che ci volevano piccoli ed indifesi avesse la meglio? Ci siamo lasciati tentare da facili guadagni a discapito della salute dei nostri figli? Abbiamo deciso che un sussidio per un terreno bruciato è meglio che sudare per coltivare ciò che mangerai, andando a comprare alimenti di dubbia provenienza? Abbiamo lasciato che a decidere di noi stessi fossero altri che non vivono qui, che non sanno nulla di noi, e che hanno interessi diversi?
Vogliamo continuare a lasciare ad altri la libertà di decidere se loro possono venire a sporcare in casa nostra? Oppure vogliamo riprenderci la nostra identità, vogliamo che altri aerei, altre esercitazioni lanceranno bombe su bombe nella nostra terra? Vogliamo che altri bambini nascano malati, con alterazioni genetiche, vogliamo che la leucemia diventi parte integrante del nostro genoma, come se fosse la seconda faccia del nanismo che ci ha da sempre contraddistinto nei secoli?
Sardi! Fatevi un esame di coscienza, di destra, di sinistra, cambia-bandiera, non importa, per una volta, una volta sola, cercate di essere uniti per uno scopo, se volete ancora avere la libertà di scegliere, bisogna fare fronte comune verso un nemico comune, altrimenti non rimarrà altro che emigrare tutti in massa alla ricerca di una terra che non esiste più, e questa è simile ad una storia vecchia di millenni che oggi sta avendo epiloghi tragici.
Piero Cossu.
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