Sarà inaugurato a Sassari mercoledì 24 agosto 2016 il nuovo viale Enrico Berlinguer presenti le figlie Maria e Bianca.

Sarà inaugurato mercoledì 24 agosto 2016, alle ore 10,30, il nuovo viale Enrico Berlinguer. A una settimana dalla intitolazione del corso Francesco Cossiga, l’amministrazione dedicherà una strada al segretario del Partito comunista italiano.

Si tratta della parte di via Giuseppe Manno compresa tra via Piazza d’Armi e corso Margherita di Savoia. Una strada che incrocia anche il corso dedicato, proprio alcuni giorni fa, al Presidente emerito della Repubblica, quasi a voler simboleggiare l’incontro tra i due statisti.

La scelta fatta dalla Commissione toponomastica, già a settembre dello scorso anno, consente di non intervenire in modo particolare sull’anagrafica dei residenti. Nel nuovo viale, infatti, si trova soltanto l’istituto Margherita di Castelvì.

È proprio difronte a questa scuola che mercoledì si svolgerà la cerimonia di intitolazione del viale Enrico Berlinguer. Sono previsti gli interventi del sindaco Nicola Sanna e dello storico e docente universitario Antonello Mattone. Saranno presenti le figlie di Enrico Berlinguer, Maria e Bianca.

Enrico BerlinguerEnrico Berlinguer

Uomo politico (Sassari 1922-Padova 1984). Deputato al Parlamento. Figlio di Mario, compì gli studi nel Liceo ‘‘Azuni’’ della sua città. Nel 1943 aderì al PCI e nel 1944 prese parte ai moti popolari conosciuti come moti del pane, per cui fu arrestato con l’accusa di essere uno degli organizzatori.

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Trasferitosi a Salerno (dove aveva sede il governo di cui suo padre faceva parte) e poi, nel 1944, a Roma, entrò nella segreteria nazionale del movimento giovanile del suo partito, divenendone segretario nazionale dal 1949 al 1956.

Tra il 1960 e il 1968 fece esperienza di vertice negli organismi del partito; nello stesso anno fu eletto deputato per la V legislatura repubblicana. Nel 1972 divenne segretario nazionale e nel 1973 avviò la strategia del ‘‘compromesso storico’’, che prevedeva l’abbandono della concezione rivoluzionaria per la conquista del potere e la possibile collaborazione del partito con altre forze democratiche e popolari, a cominciare da quelle cattoliche.

Nel 1976, recatosi a Mosca, coraggiosamente ribadì l’indipendenza del partito italiano dalle scelte sovietiche; tornato in Italia riconobbe la Nato e avviò il confronto politico con i cattolici nel tentativo di fare del partito una grande forza democratica all’interno della Sinistra europea.

In questa ottica il PCI appoggiò nel 1978 il governo Andreotti di ‘‘solidarietà nazionale’’, come reazione al rapimento di Aldo Moro (sostenendo in quella occasione la necessita` di rifiutare ogni trattativa con le Brigate Rosse).

Nel 1980, sotto la pressione del partito, scontento degli esiti del governo con la DC, lanciò la politica di ‘‘alternativa democratica’’ e accentuò il distacco del PCI da Mosca.

Morì improvvisamente nel 1984. Si calcola che ai suoi funerali, celebrati a Roma, fu presente un milione di persone.

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