Salviamo il Museo Nivola. Campagna di Sensibilizzazione per la Raccolta Fondi in favore del Museo intestato a Costantino Nivola
Il Museo Nivola nasce a Orani nel 1990 per ospitare più di 100 opere di Costantino Nivola (Orani, 1911 – Long Island, 1988).
Scultore, pittore e grafico, Nivola è il maggior artista del Novecento sardo e una figura di rilievo nel contesto internazionale della sintesi delle arti della metà del XX secolo, amico e collaboratore di architetti come Le Corbusier, Gropius, Breuer, Saarinen, Sert, B.B.P.R.
Si trova nell’antico lavatoio del paese, su un lato di una collina dalla quale si gode una bellissima vista. L’edificio è stato recentemente restaurato e valorizzato. Le sculture esposte documentano l’originalità e le capacità artistiche di Nivola, che coniugava l’espressione dei valori, della storia e delle tradizioni della sua terra natia con le suggestioni creative al contatto con i più famosi artisti del vecchio e del nuovo continente, suoi contemporanei, che ebbe la possibilità di incontrare in Europa e negli Stati Uniti. Lasciata la Sardegna in giovane età, ebbe infatti la possibilità di formarsi e di ricoprire incarichi di rilievo in importanti società, e venne incaricato di realizzare diverse opere anche da prestigiose istituzioni americane. Il museo ha uno spazio esterno in cui sono ospitate alcune opere litiche e un’ala dedicata alle sperimentazioni della tecnica di ”sand casting”, elaborata dall’artista. La fondazione Nivola cura la conservazione delle opere.
Perché è importante visitarlo: Per conoscere le opere di un famoso artista sardo molto apprezzato e noto soprattutto negli Stati Uniti e per scoprire come l’impronta culturale sarda possa convivere con le più importanti correnti artistiche del secolo scorso.
La metafora del viaggio viene spesso usata per descrivere le vicende degli artisti, ma di rado suona appropriata come nel caso di Nivola: la sua storia coincide, letteralmente, con un itinerario che si snoda dall’arcaica Sardegna degli anni Trenta alla dinamica e “moderna” Milano, e da questa alla metropoli per eccellenza, New York. È un percorso nel tempo: dal tempo lento di una società tradizionale a quello accellerato della vita urbana, per approdare ad ultimo – paradossalmente – al tempo incantato e infinitamente dilatato del mito. Una storia all’insegna del distacco, della perdita dei legami comunitari e dell’accostamento a nuove culture, le cui tappe vedono Nivola assumere di volta in volta diverse fisionomie artistiche e sociali, rispecchiate anche dal variare del nome: Antine in Sardegna, Costantino in Italia, Tino in America. Quello di Nivola è insomma un viaggio alla ricerca di sé. Ma la costruzione della propria identità coincide per lui con l’inseguimento della modernità: quel che cerca è un’identità artistica moderna. La trova quando, dopo una lunga fase di riflessione succeduta agli anni formativi, riesce a far scattare una scintilla dall’incontro tra eredità antropologica, memorie individuali e urgenza della contemporaneità; arriva allora a saldare miti e fantasmi personali e collettivi intorno all’idea di un’arte corale, comunicativa, legata all’architettura e incentrata sul tema di una femminilità archetipa, identificata con la Natura. La sua visione dell’arte moderna contrasta però con quella che si andava imponendo in quel momento, con l’individualismo e l’imperativo dell’autonomia formale che caratterizzavano il Modernismo così come negli anni Cinquanta lo intendeva la critica statunitense.
Costantino Nivola era un eccletico artista, nel Museo a lui dedicato la Fondazione Nivola aveva organizzato vari servizi, le visite guidate comprese nel prezzo del biglietto, Il bookshop ha una sezione dedicata all’artista, periodicamente veniva organizzato un Premio di Scultura, ma ora tutto questo sta per finire. A causa della mancanza dei fondi necessari al mantenimento del Museo, la Fondazione che lo gestisce non può far altro che chiudere battenti. Tutto questo non deve avvenire, non possiamo permetterci che un’altro pezzo della nostra storia sia vittima dell’incuria delle amministrazioni pubbliche, che tagliano costi a caso senza curarsi dell’importranza che possono avere nel contesto sociale in cui risiedono.
Non è solo un pezzo di storia della Sardegna che scompare, ma è anche la rinuncia ad una grossa fetta di mercato turistico e culturale. Nivola al pari di pochi altri è stato il segnaposto della storia dell’arte, la svolta verso la moderna visione delle cose, ci ha lasciato opere di inestimabile valore artistico ed umano, e non possiamo e non dobbiamo permettere che tutto questo cada nell’oblio, cosa che accadrà se a Settembre non ci saranno abbastanza fondi per mantenerlo aperto. Salviamo il Museo Nivola.
Ecco il senso della raccolta fondi promossa dalla Fondazione Nivola, a cui noi del Portale Le Vie della Sardegna diamo pieno sostegno fornendo la massima diffusione possibile con questa pagina e con tante altre nel nostro Portale, prima tra tutte la nostra pagina dedicata all’artista Nivola, http://www.leviedellasardegna.eu/costantino_nivola.html
dove troverete questa nota testuale:
Vogliamo invitare tutti gli utenti, i visitatori del nostro Portale ad aderire e sostenere il Museo, elargendo una piccola somma, contribuendo così alla salvaguardia di queste opere, e del Museo che le ospita, ad Orani, città natale di Costantino Nivola.
Per maggiori informazioni visitate la Pagina Facebook del Museo Nivola.
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