Personale di Antonino Soddu Pirellas al Museo naturalistico del territorio “G. Pusceddu” dal 13 giugno al 14 luglio 2014

Arte52

“COLORI D’AMBIENTE – DALLA PITTURA ALLA LAND ART”

Personale di Antonino Soddu Pirellas

Dal 13 giugno al 14 luglio 2014

Museo naturalistico del territorio “G. Pusceddu”

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 Strada Lunamatrona-Collinas 

Personale di Antonino Soddu Pirellas al Museo naturalistico del territorio “G. Pusceddu” dal 13 giugno al 14 luglio 2014

Sono ancora la natura e l’uomo i protagonisti, ad essere i soggetti e le muse ispiratrici. In tre percorsi artistici  differenti quali la pittura, il disegno e la land art Antonino Soddu Pirellas si mostra in tutta la sua poliedricità. Le opere pittoriche sono ispirate alla vita quotidiana fatta di lavoro, consumismo e tempo libero, mentre i  disegni sono tratti dai proverbi e dalla ricerca di saggezza. Con la land art vi è un abbandono dei mezzi artistici tradizionali per un intervento diretto, ma armonioso, nella natura e sulla natura, per attirare l’attenzione sul mondo naturale, ampliare il concetto di scultura, e rifiutare la commercializzazione dell’arte.

Questi percorsi, così semplici in apparenza, ci riportano alla complessità della percezione e alla continua mutevolezza e irripetibilità di fenomeni che tendiamo a considerare scontati e che l’artista, natura e artificio, ragionamento e passione, uomo e persona coglie nella loro interezza.

L’inaugurazione della personale “COLORI D’AMBIENTE – DALLA PITTURA ALLA LAND ART” si è tenuta venerdì 13 giugno alle ore 18 presso il Museo Naturalistico del Territorio “G. Pusceddu” e si potrà visitare fino al 14 luglio 2014.

Sa Corona Arrubia Museo Sa Corona Arrubia Museo Naturalistico del Territorio G. Pusceddu

Antonino Pirellas
Colori d’ambiente dalla pittura alla land art
I dipinti di Antonino Pirellas sanno cogliere con spontaneità le inquietudini dell’epoca contemporanea; al centro del suo interesse appare centrale il rapporto tra l’essere umano e l’ambiente. Raffigura le persone ma anche la smisurata bellezza della Natura, sottolineando con spiccata ironia le storture della globalizzazione. Rappresenta il mondo con uno sguardo giocoso, creando un personale linguaggio espressivo capace di contaminare elementi della pop art con una deformazione caricaturale ed espressionista. I suoi lavori si caratterizzano per un uso disinvolto ed esuberante del colore ed interpretano la realtà con l’interesse di chi sa cogliere il bello in ogni cosa del creato. Da sempre impegnato attivamente per la salvaguardia dell’ambiente ha portato la sua azione artistica anche fuori dalle sale espositive immaginando interventi su grande scala, capaci di servirsi dello spazio e degli elementi naturali come materiali specifici dell’opera. Sono nate così opere di land art dal grande impatto comunicativo, visibili dal cielo e cariche di speranza come la “Pavoncella di Sardegna” che durante la grande siccità del 2002 portava un messaggio d’auspicio per propiziare l’acqua nella terra assetata del Campidano. Durante tutta l’estate un’enorme pavoncella generata da una moltitudine di piante di erba medica, verdissima, risaltò nel giallo dell’arida campagna tra Ussana e Donori, come simbolo di fertilità tratto dal patrimonio figurativo dell’arte sarda. Esperienza replicata con “Colores de Monte”, una festosa installazione ambientale realizzata a 1400 metri d’altezza sulle pendici del Monte Spada con piante locali vivacizzate dal colore di tinture naturali ed ispirata a “sa odia”, il simbolo collettivo utilizzato nel territorio di Fonni per marchiare i cavalli che, grazie all’opera di Pirellas, diventava visibile da gran parte della Barbagia. Nella primavera del 2014, con il supporto di altri professionisti, ha concepito e realizzato la Pavoncella de frores, un gigantesco ricamo nella pianura tra tra Decimoputzu e Villasor. Grande come 16 campi da calcio, la pavoncella, disegnata arando il terreno, cerca di spiccare il volo proprio nella campagna fertile che dovrebbe ospitare una grande centrale termodinamica. L’azione artistica di Pirellas sul territorio mette in gioco, con poesia e sensibilità, il rapporto sempre più conflittuale tra essere umano e ambiente. L’arte diventa uno strumento di azione sociale, una denuncia che, esaltata dalla forza della natura, porta l’uomo alla comprensione della sua limitatezza di fronte al mondo. Un segno forte impresso sul paesaggio, realizzato con la potenza della tecnica e della tecnologia ma de-stinato ad essere lentamente riassorbito dai processi naturali.

Pop_Wisdom
Con questa serie di 12 lavori su carta Pirellas attinge dal profondo contenitore della tradizione popolare della Sardegna per reinterpretare visivamente alcuni proverbi.
Espressioni concise e incisive, i proverbi sono pillole di antica saggezza popolare. Un modello di concentrazione espressiva ancora molto apprezzato capace di comunicare con efficacia un concetto o più spesso una regola di comportamento tradizionale e riconosciuta. Sul modello dei Proverbios di Francisco Goya, metafore visive che evidenziavano le debolezze e le assurdità dell’esistenza umana, l’autore sceglie per la loro attualità dodici proverbi sardi e li arricchisce di una briosa struttura narrativa e visiva. La loro forza espressiva risiede nell’immediatezza, sono metafore di vita, sottese da una delicata ironia capace di far riflettere e sorridere. Justissia noa ferramenta acuta (nuova giustizia strumenti appuntiti) mostra la vecchia diffidenza verso i nuovi codici di giustizia. Non beste pagu chi non bastada, non beste meda chi non guastada (Non c’é poco che non basta, non c’é molto che non guasta), indica la capacità di sapersi accontentare a vivere con semplicità. Amore e signoria non cheren cumpagnia (Amore e nobiltà non amano condivisioni) è un’allegoria per affermare che chi bada solo alla propria ricchezza e alla propria nobiltà non può andare d’accordo con chi ama l’amore. Sos macos ingrassana a su cabidanni (Gli sciocchi ingrassano a settembre) invita all’operosità tutto l’anno senza accontentarsi del minimo indispensabile. Abba minore non traet mulinu (Poca acqua non fa girare il mulino) sottolinea che per realizzare grandi progetti siano necessari grandi sforzi. Ainu no morit cando cheret corvu (L’asino non muore quando decide il corvo) sta ad indicare che se teniamo a giusta distanza le persone malvagie esse non potranno danneggiarci. Chie mandat malu missu est menzus chi b’andet issu (Chi manda un cattivo messaggero è meglio che vada di persona) ammonisce che per raggiungere il risultato sia necessario prendere le responsabilità in prima persona. In s’alvure ruta cadaunu bi faghet linna (Con l’albero caduto tutti sono capaci a fare legna). Indica la tendenza ad approfittare della situazione quando qualcuno cade in disgrazia. In su poju sa luna paret un’ateruna (Riflessa in una pozzanghera la luna sembra tutt’altra cosa) raccomanda prudenza nei giudizi dati sulle altre persone mentre Sos anzones si contan a Santu Juanne (Gli agnelli si contano a San Giovanni) rappresenta un monito nel dare giudizi affrettati.

Marco Peri – Storico dell’arte

Museo Sa Corona Arrubia
Tel. 070/9341009 Fax 070/9341135

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