Mont’e Prama, i Giganti di Cabras ritornano a casa.
Mont’e Prama, i Giganti di Cabras ritornano a casa.
“Finalmente sono ritornate a casa”. E’ questa la prima frase che ha detto con grande emozione il Sindaco di Cabras Cristiano Carrus. Il 22 marzo per la Comunità di Cabras è una giornata storica, la nostra gente è stata sempre particolarmente sensibile alla questione, in quanto sente queste meravigliose statue come parte del proprio patrimonio culturale. Le Statue, una delle scoperte più importanti dell’ultimo secolo dell’archeologia sarda, sono state sottoposte ad un lungo intervento di restauro da parte della Soprintendenza Archeologica presso il Centro di Restauro di Li Punti (SS).
“Il mio ringraziamento va a tutte le persone e tutte le istituzioni che in questi anni hanno lavorato affianco all’Amministrazione per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale che da oggi si arricchisce grazie alla bellezza delle Statue, con la ferma convinzione che questo risultato non è politico, ma solo ed esclusivamente un risultato arrivato grazie ad un lavoro di squadra che ha visto come protagonista la Comunità Cabrarese”.

Dopo una lunga attesa, verranno esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e nel Museo Civico di Cabras i Giganti di Monti Prama, le uniche statue che il mondo nuragico ci ha restituito, insieme ai modelli di nuraghi e betili che si trovavano a fianco e dietro di esse. Curata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano, la mostra esporrà i Kolossoi (nome con il quale li chiamava l’archeologo Giovanni Lilliu), rinvenuti nell’Heroon di Monte Prama, l’area funeraria e monumentale che rappresenta una delle scoperte più straordinarie considerato il numero, la particolarità dei reperti e il significato culturale dell’intero contesto. Rimaste sepolte per secoli in una vasta area del Sinis, distante solo due chilometri dallo stagno di Cabras e non lontano dall’area portuale di Tharros, queste maestose e possenti sculture dallo stile orientaleggiante, sono state ricavate da blocchi unici che potevano pesare fino a 400 chili, provenienti da una cava del luogo.
Frutto di un lavoro, probabilmente, a più mani, raffigurano gli arcieri che oltre l’arco hanno un braccio protetto da una guaina e da un guanto, i guerrieri che impugnano uno scudo circolare finemente decorato ed infine i pugilatori con un guanto armato e uno scudo protettivo sopra la testa. Tutte hanno naso e sopraciglia marcati e dei grandi occhi composti da due cerchi concentrici ad esprimere potenza e magia. Per queste caratteristiche gli studiosi ritengono che la costruzione del santuario si deve ad una società che disponeva di risorse umane e materiali tali da poter esprimere con l’Heroon di Mont’e Prama la loro appartenenza ad una classe sociale elitaria. E’ certo, comunque, che questa scoperta così imponente costituisce una novità archeologica, non solo per la Sardegna ma anche per tutta la zona geografica compresa tra la Grecia e l’Atlantico. Per questo motivo si pone ancora il problema del suo più ampio significato, della società che è stata in grado di produrlo e dei suoi contatti con i popoli del resto del Mediterraneo.
La Mostra riserva al visitatore diverse sorprese come un sistema multimediale innovativo creato in collaborazione con il CRS4 che consente la visualizzazione particolareggiata a grandezza naturale delle statue e dei modelli di nuraghe restaurati.
Appuntamento quindi sabato 22 marzo alle 10,30 a Cagliari e alle 17 a Cabras tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 (orario invernale), dalle 16 alle 20 (orario estivo) : costo d’ingresso 5 Euro.
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