Il Carnevale a Sassari storia e tradizioni.
Il Carnevale affonda le sue radici nella più popolare tradizione locale. Anche a Sassari, analogamente ad altre realtà europee caratterizzate da una società fortemente strutturata e gerarchica, costituiva una fonte primaria di liberazione e rinnovamento, grazie al suo ritmo spontaneo e irregolare: un’autentica esperienza di vita libera da gerarchie, contrapposta alle categorie fisse della quotidianità.
Enrico Costa, storico e archivista del Comune di Sassari tra fine Ottocento e inizio Novecento, descrive questa festa con dovizia di particolari: «fin dal giorno in cui aprì gli occhi alla luce, Sassari festeggiò il Carnevale e nessuna città dell’isola fu così “pazza” durante il tempo concesso dalla Chiesa a questa baldoria mascherata o senza maschera. Il Carnevale di Sassari fin dai tempi lontani è stato sempre gaio, veramente originale. Ai suoi piacevoli spassi prendevano parte indistintamente tutti i cittadini, dal nobile al plebeo, dal ricco al povero. In Sassari non si eleggeva il “re dei pazzi”, come in Francia, ma si diventava matti per il re Giorgio, chiamato confidenzialmente Giogli».
Il senso sfrontato dell’ironia, il gusto per la battuta fulminante e i versi caustici delle gobbule rappresentano alcune delle caratteristiche proprietà che distinguono nettamente il Carnevale sassarese dagli altri del resto dell’isola. In particolare le gobbule, composizioni poetiche o canzoni popolari, di presumibile discendenza dall’antichissima tradizione letteraria catalana delle coblas, rappresentano il carattere irriverente della festa. I tipici suoni del Carnevale sono rappresentati da strumenti che riprendono l’antica tradizione: il seghede-seghede o il carnevale zanzarra o serràggia (ricavato dalla vescica di maiale rigonfia d’aria posta su un fusto di canna), lu bottu (tamburo a frizione), lu trimpanu, (tamburello con sonagli), lu tamburu. Oggi accanto al Carrasciari di li mazzidaggi (il Carnevale dei Macellai), a Sassari hanno luogo diverse iniziative che hanno come sfondo le vie della città: il teatro, la musica, le rappresentazioni di artisti di strada, le classiche frittelle, con un’attenzione particolare ai bambini. Fa mostra di sé presso il Museo della Città – Palazzo di Città nella sezione dedicata al Sacro e al Profano la pregevole opera lignea di Eugenio Tavolara “Mascherata sassarese” (1937).
MASCHERATA SASSARESE 1937, di Eugenio Tavolara