COMUNE DI SAN VERO MILIS (OR)
Estate a San Vero Milis
Programma delle manifestazioni estive organizzate nella marina di San Vero Milis
Sabato 9 Agosto 2014: FINALE REGIONALE DI MISS ITALIA Mandriola Piazzale Chiesa di San Lorenzo ore 21.30
Domenica 10 Agosto 2014: “BALLUSU E FATZOASA” 3a edizione della Rassegna di gruppi folk e maschere Etniche – Lungomare di Putzu Idu ore 21.30
Giovedì 14 Agosto 2014: SERATA DI BALLO LISCIO, LATINO AMERICANO, CARAIBICO, BALLI SARDI.. con l’animazione del Maestro OTELLO MANCONI – Lungomare di Putzu Idu alle 21.30
Domenica 17 Agosto 2014: GIORNATA DELLA CREATIVITA’ giunta alla settima edizione, la rassegna vedrà la partecipazione di numerosi artigiani del territorio con esposizioni di prodotti di vario genere e laboratori per i bambini – Mandriola Biblioteca della pineta dalle ore 11.00 alle ore 20.00

Per informazioni:
Biblioteca tel. 0783 53611 cell.3456415094 – e-mail: cultura@comune.sanveromilis.or.it
Ufficio turistico Tel. 3459981961 – e-mail: turismo@comune.sanveromilis.or.it

San Vero Milis è un importante centro agricolo e vinicolo, famoso per l’artigianato dei canestri. Notevole il campanile della Chiesa parrocchiale in stile barocco. Interessanti i dintorni del paese, che comprendono un vasto settore della penisola del Sinis. Sono importanti gli stagni di “Is Benas” e di “Sale Porcus” per le presenza dei fenicotteri.
Il paese di San Vero Milis si adagia nella pianura oristanese, che reca i segni di antichissimi insediamenti umani leggibili nei quattro villaggi e tre domus de janas di età neolitica (IV-III millennio a. C.), e nei circa 30 nuraghi del periodo nuragico (II – inizi I millennio a. C.) di cui il più grande è S’Urachi. In epoca fenicio-punica la zona era occupata da stabilimenti per lo sviluppo agricolo, tanto da essere definito granaio di Cartagine e poi di Roma. Inoltre, il territorio conobbe continui sfruttamenti dovuti all’abbondanza di saline, tanto da essere dotato di un porto preposto alle attività estrattive: il “Coracodes portus”. A partire dal Medioevo, periodo in cui fece parte della curatoria di Milis del giudicato di Arborea, è attestata l’attività delle tonnare. Nel XVI secolo, durante il dominio aragonese, le coste furono presidiate da torri di avvistamento a protezione dell’entroterra, tuttora visibili alle spalle del litorale. Di sicuro interesse culturale è la chiesa di San Michele Arcangelo edificata dalla Confraternita dello Spirito Santo fra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo. In origine era articolata in una sola navata coperta da capriata e conclusa da un presbiterio a pianta quadrangolare. Nel 1638 la Confraternita commissionò ai picapedrers (capimastri muratori e scalpellini di grande dignità menzionati nei documenti sardi) Cristolu Pisano di Narbolia e Agosti Marras di Bosa l’aggiunta di una navata laterale, a cui successivamente se ne aggiungerà un’altra simmetrica. La facciata è costituita da conci di pietra arenaria con rosone, copertura a spioventi sovrastante un portale in pietra trachitica verde a cui si affiancano due ingressi che immettono alle rispettive navate. Al centro dell’abitato sorge la parrocchiale di Santa Sofia, realizzata nel 1604 sotto l’arcivescovado di Antonio Canòpolo che ne affidò la direzione al genovese Agostino Carèli e a Francesco Escano di Cagliari, entrambi menzionati nell’iscrizione a lato dell’altare maggiore. La parrocchiale subì in seguito continue ristrutturazioni che nel XIX secolo portarono alla costruzione del campanile, la cui cupolina venne ricostruita nel 1952. La facciata, con il profilo “a cappello di carabiniere”, presenta un rosone in trachite rossa che si apre su tre ingressi. Il campanile a pianta quadrata e capolino a bulbo ripropone lo schema della torre campanaria del duomo di Oristano. L’edificio custodisce preziosi elementi d’arredo fra cui altari e simulacri barocchi.

Particolare attenzione meritano le Domus de janas che costellano il territorio circostante l’abitato, a Serra is Aràus, Putzu Idu e Sa Rocca Tunda. Si tratta di sepolture scavate nella roccia, formate da uno o più vani: Serra is Aràus e Putzu Idu presentano una stanza, due o più ambienti sono invece presenti della grotta di Sa Rocca Tunda. Non mancano testimonianze di età nuragica, leggibili in 30 nuraghi, di cui il più importante è quello di S’Urachi, dalla complessa planimetria, alle porte del paese. Ma San Vero Milis vanta anche belle spiagge dislocate nel tratto costiero, alcune punteggiate da 4 torri di avvistamento edificate a partire dalla fine del XVI secolo a protezione delle incursioni turche e barbaresche. Si tratta delle torri di Capo Mannu, delle Saline, di Scala ‘e Sali e di Sa Mora. Quest’ultima è menzionata in una carta geografica del XVII secolo intitolata “Descripcione de isla y reyno de Sardeña”. Le attrattive naturalistiche del territorio di San Vero sono molteplici: non solo per le spiagge dalla sabbia sottile e siti di interesse geologico come Capo Mannu, ma anche per gli stagni frequentati da variopinte specie di uccelli fra cui il fenicottero rosa. Si tratta delle le zone umide di Sa ‘e Proccus (inserita nella Convenzione di Ramsar in quanto ecosistema di importanza internazionale), Salina Manna e Is Benas.

Il calendario degli eventi che si svolgono nel paese è molto ricco. Anzitutto, durante i festeggiamenti del Carnevale sfila il carro tipico chiamato “carru’e is puddas”, che incede per le strade del paese portando una compagnia chiassosa in cerca di galline e altri animali. La domenica del Carnevale si svolge una corsa equestre in cui gareggiano bambini al “galoppo” su cavalli di canna. Proprio gli eventi equestri sono molto frequenti nel paese: la prima domenica di Quaresima si svolge una competizione di abilità per liberare due colombi chiusi in un contenitore forato. La seconda domenica viene organizzata “sa cursa de sa loriga”: i cavalieri si esibiscono in acrobazie per centrare con una frusta in legno un anello di ferro (sa loriga). San Vero Milis ospita, inoltre, mistiche manifestazioni religiose durante la Settimana Santa. Infine, il paese vanta una pregiata produzione di pane e Vernaccia.