Cancellato il concerto di Maria Pia De Vito e Huw Warren previsto per sabato 20 dicembre 2014 al festival ‘Ai Confini tra Sardegna e Jazz’.
Ai Confini tra Sardegna e Jazz
L’Associazione Culturale Punta Giara annuncia con immenso dispiacere la cancellazione del concerto di Maria Pia De Vito e Huw Warren, previsto per sabato 20 dicembre 2014 al festival ‘Ai Confini tra Sardegna e Jazz’. A causa di un’incidente e la conseguente frattura del femore destro, Maria Pia dovrà essere sottoposta ad un intervento chirurgico, rinunciando tassativamente ad esibirsi sul palco di Sant’Anna Arresi e una lunga serie di altri impegni.
Insieme al pianista e compositore inglese Huw Warren, Maria Pia ha dato vita ad un duo sospeso tra la tradizione e l’avanguardia, inserito nella prima parte del cartellone del festival a seguito dei tenores di Bitti, le voci Bulgare ed Elena Ledda, eccelsi rappresentanti di complesse tradizioni vocali.
Sarà una grande perdita per il festival, che si vede privato di una delle migliori esponenti della musica jazz italiana, capace di unire la tradizione canora mediterranea e le avanguardie jazzistiche americane in uno stile caratteristico e unico. Il repertorio del duo include brani sperimentali ispirati alla tradizione melodica partenopea arrangiati in chiave jazzistica, dimostrando l’immensa abilità vocale di Maria Pia nel giocare con linee armoniche tradizionali melodiche e schemi melodici.
Confermato invece il concerto in solo di Mohammad Reza Mortazavi, che si esibirà il 20 dicembre sul palco di Sant’Anna Arresi dalle ore 21:00. Anche lui parte di quei musicisti capaci di trasformare la tradizione in avanguardia, Mortazavi salirà sul palco in solo portando due strumenti tipici della cultura persiana, capaci di incantare il pubblico con ritmi che sembrano quasi trasformarsi in melodie.
“Lo spirito rivoluzionario dell’artista è molto presente nelle sue composizioni, così come il virtuosismo, emozionante, pieno di desiderio e curioso, aperto al mondo, volto alla ricerca di nuovi approcci e idee per la sua evoluzione musicale.”
Per compensare l’assenza del duo DeVito – Warren, l’Associazione Culturale Punta Giara annuncia che il concerto del 20 dicembre, con protagonista Mohammad Reza Mortazavi verrà offerto al pubblico a titolo interamente gratuito. L’Associazione si impegna inoltre a restituire €7 sul costo dell’abbonamento a chi lo avesse già acquistato.
Ai Confini tra Sardegna e Jazz XXIX Edizione
20 Dicembre 2014 Palanuraghe – Sant’Anna Arresi ore 21:00
Esclusiva Italiana
Mohammad Reza Mortazavi
Mortazavi nasce in Iran nel 1979, anno d’inizio della rivoluzione Iraniana, schiacciata dal nascere di un governo dittatoriale e repressivo tutt’ora in carica. L’album “Green Hand”, pubblicato nel 2009, testimonia il suo l’atteggiamento politico su eventi socio-politici accaduti in Iran durante gli ultimi decenni. Lo spirito rivoluzionario dell’artista è molto presente nelle sue composizioni, così come il virtuosismo, emozionante, pieno di desiderio e curioso, aperto al mondo, volto alla ricerca di nuovi approcci e idee per la sua evoluzione musicale. Mortazavi dedicò “Green Hand” al movimento verde nato nell’anno 2009, la “Green Revolution” del suo paese, il cui colore simboleggia la rinascita, la natura, la crescita. Nel suo spettacolo, Mortazavi si esibisce con il Tombak ed il Daf, strumenti a percussione della tradizione Persiana, con uno stile che va ben oltre la musica tradizionale dando al pubblico l’impressione di ascoltare un’intera orchestra.
Il Tombak è uno strumento a percussione a forma di calice o coppa con un tono melodico particolare ed è lo strumento predominante nella carriera dell’artista.
Il Daf è un tamburo a cornice muto, usato generalmente per le cerimonie devozionali della pratica Sufi.
Con l’incantevole suono di questi strumenti, Mortazavi iniziò in giovane età a ideare e sviluppare nuove tecniche ritmiche e di percussione delle dita, creando variazioni di tonalità e suoni inconsueti. Mortazavi ha introdotto più di 30 tecniche e inaugurato una nuova era nella capacità di variazioni melodiche di questi strumenti. Mortazavi usa gli strumenti percussivi tradizionali iraniani non solo per l’accompagnamento ritmico; la sua qualità è riuscire a creare melodie e suoni fantastici, quasi surreali. La sua musica va ben oltre quella tradizionale iraniana, pur fondandosi sugli strumenti tipici sui quali egli ha costruito la sua personalità artistica. Durante le sue performance, usando ogni piccola parte delle mani e delle dita con una tecnica molto innovativa, può passare da motivi dolcissimi a ritmiche rapide e infine esplosive, rapendo lo sguardo dello spettatore in un susseguirsi di eventi sonori che diventano storia, poesia. Ogni suo spettacolo è ipnotico.
Mortazavi ha da poco pubblicato il suo ultimo album Codex, nel quale ritorna ai ritmi tradizionali della musica persiana, ma con uno spirito moderno che riesce ad oltrepassare ogni limite musicale e temporale. L’immagine di se é quella di un giroscopio rotante, fermo a un punto ma che si apre ruotando a 360 gradi.
In questa sua figura allegorica l’artista rielabora suoni ed effetti speciali sulla struttura della musica persiana al ritmo di 6/8, con ritmi danzanti e temi molto narrativi in cui si sentono le voci del Tombak, dal quale traspaiono emozioni e un numero infinito di pensieri e associazioni che vanno poi a perdersi. Mohammad Reza Mortazavi ha sempre suscitato critiche da parte dei conservatori della musica persiana, suoi antagonisti, e con l’album CODEX si confronta con essi traendone un’apparente equilibrio.
Il suo messaggio è semplice e ridotto: ALL IS ONE